Il turismo minerario rappresenta una risorsa inestimabile per la Sardegna, e per tutti quei turisti che chiedono di più rispetto ad una semplice vacanza tra sole e mare. Non tutti sanno che, in passato, l’attività mineraria ha rappresentato il settore principale dell’economia sarda.
Le miniere sono state chiuse rispetto alla loro attività principale e sono, di conseguenza, state aperte ai turisti, come testimonianze di un passato florido e di una cultura millenaria. Difatti, le potenzialità della Sardegna, soprattutto della zona del Sulcis e di Iglesiente, furono intuite già dai Fenici, ma i Pisani furono i primi ad aprire un’attività mineraria certificata, per sfruttare materiali quali zinco, argento e piombo.
Indice
Itinerari Turismo Minerario Sardo: zona dell’Iglesiente
Tra miniere abbandonate e racconti misteriosi potrete attraversare la zona dell’Iglesiente per andare alla scoperta di queste zone sarde che non rientrano nei classici itinerari battuti dal turismo di massa. Fatevi accompagnare dai vecchi minatori che sapranno raccontarvi la propria esperienza e che vi faranno da guida alla scoperta di questi luoghi.
Si tratta di un itinerario lungo 56 Km da percorrere sia a piedi che in auto e divisibile in tre tappe, partendo dalla miniera di Malfidano a Buggerru, arrivando a quelle di Musua e Nebida che si trovano nella zona di Iglesias.
Miniera di Malfidano
Buggerru nasce a fine ‘800 grazie allo sviluppo dell’attività mineraria che richiamò sempre più lavoratori accompagnati dalle proprie famiglie. Attualmente il paesaggio è molto suggestivo, con un ampio canalone che si snoda sull’antica miniera e va a finire direttamente in mare.
Dal porticciolo è possibile ammirare la Galleria Henry un tempo attraversata dal treno della miniera e che adesso è stata riconvertita a museo a cielo aperto. Poco più avanti è possibile ammirare il museo del minatore dove sono conservati resti di pozzi, di attrezzature ed antiche residenze dei lavoratori.
Per chi fosse interessato ad una sosta balneare, nei pressi di Buggerru troverà alcune insenature, calette e grotte, tra cui spicca la famosa Grotta Azzurra.
Miniera di Masua
La miniera di Masua è affacciata di fronte al bellissimo paesaggio sovrastato dal faraglione Pan di Zucchero, isolotto staccatosi in passato dalla terraferma a causa dell’erosione delle acque. Molto suggestivo è il pontile a sbalzo sul mare da dove venivano caricati i materiali direttamente sulle navi da trasporto.
Nel complesso si trova anche un museo dove sono conservate le antiche attrezzature dei minatori ed infine è possibile proseguire verso Porto Flavia che si trova nella zona di Masua. All’interno della miniera, i visitatori percorrono un tunnel che finisce a strapiombo sul mare. Non dimenticate di fare un tuffo nel mare della graziosa spiaggetta di Porto Flavia, prima di proseguire per la prossima miniera.
Miniera di Nebida
Nebida è stata una miniera di piombo e di zinco ed è stata uno dei centri più attivi della Sardegna. Intorno alla miniera si trovano ancora i resti dell’antico villaggio con le abitazioni, l’infermeria, la zona della lavanderia e tutto quello che poteva essere utile ai minatori. Proprio di fronte alla miniera è possibile stendere il proprio asciugamano sulla spiaggia sabbiosa di Fontanamare, per concedersi anche un tuffo nella acque cristalline sarde.
Sempre nei pressi del comune di Iglesias, dove sono inserite le due miniere di Nebida e Masua, si possono trovare anche altre zone minerarie come Monteponi, Carbonia, Campo Pisano e San Giovanni, con Monteponi in cima alla lista, essendo probabilmente la miniera dimessa più famosa della Sardegna, il cui pozzo è profondo ben 200 metri.
Itinerari Turismo Minerario Sardo: zona del Sulcis
Grande Miniera di Serbariu e Museo del Carbone
Il sito minerario di Serbariu ha rappresentato una delle più importanti risorse energetiche d’Italia nel periodo compreso tra gli anni ’30 e ’50 del Novecento. La miniera ha terminato la sua attività del 1964 e dopo alcuni anni il sito è stato recuperato ed è stato trasformato nel Museo del Carbone.
All’interno è possibile visitare la lampisteria dove sono esposti tutti gli oggetti che venivano utilizzati all’interno della miniera come lampade e attrezzi da lavoro. Oltre a questi, si possono ammirare anche fotografie e filmati d’epoca. Le altre due aree da visitare sono la galleria sotterranea e la sala argani dove sono mostrate rispettivamente le evoluzioni delle tecniche di estrazione e coltivazione del carbone e l’argano che portava i minatori all’interno delle gallerie. Per saperne di più ecco il link al sito ufficiale del Museo del Carbone dove potete trovare anche orari di apertura aggiornati.
Miniere di Rosas
Come il Museo del Carbone, anche le Miniere di Rosas sono visitabili e aperte al pubblico tutti i giorni. Oltre alle interessanti visite guidate, è possibile ammirare il suggestivo borgo di Rosas, in pratica un museo a cielo aperto con attrezzature ed edifici che creano una perfetta armonia con l’ambiente circostante.
Interessante la visita alla Galleria Santa Barbara, un percorso che si snoda nel sottosuolo e dove si potranno visionare le antiche modalità di coltivazione del carbone e le diverse tipologie di scavo. Infine, le altre due zone visitabili delle Miniere di Rosas sono il Museo Geo-Mineralogico e Storico e il Museo di Archeologia Industriale. Anche in questo caso vi forniamo il link al sito delle Miniere di Rosas dove sono mostrati gli orari aggiornati di apertura delle stagioni estive e invernali.
Turismo Minerario: contatti ed info utili
Il Parco Geominerario Storico e Ambientale Sardo, di cui il Sulcis Iglesiente è solo una parte, si occupa di preservare e promuovere il turismo minerario sardo ed è il primo parco di questo genere al mondo, come dichiarato dall’Unesco negli anni ’90.
Sul sito ufficiale del Parco Geominerario delle Miniera della Sardegna, potrete trovare qualsiasi altra informazione utile per organizzare la vostra visita come giorni di apertura, orari e prezzi.